Musica

Ogni città ha la sua colonna sonora, note che si accoppiano a strade, volti, atmosfere.
Ecco la nostra playlist dedicata a Genova, omaggio a chi l’ha cantata, agli autori e interpreti nati qui e a chi tra questi vicoli ha trovato ispirazione.

Macaia, scimmia di luce e di follia
Foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia
E intanto, nell’ombra dei loro armadi
Tengono lini, e vecchie lavande



Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.



Chi guarda Genova sappia che Genova
si vede solo dal mare



Qua, lei si accomodi qua
e mi dica che le pare
del mio ufficio in riva al mare
beh, l’arredamento non c’è,
però c’è il mare da ascoltare
e il tramonto da aspettare
Liberi, qui dentro noi viviamo liberi



Nella grande tartaruga con i tetti a scaglie grige si rincorrono gli odori i colori e le puttane nel gran ventre del paese ci son posti che sono strani certe volte anche per me



Senti come cantano le sirene nel mare?



C’era una volta una gatta
che aveva una macchia nera sul muso
e una vecchia soffitta vicino al mare
con una finestra a un passo dal cielo blu.



Ovunque sei, se ascolterai
Accanto a te mi rivedrai
E troverai un po’ di me
In un concerto dedicato a te.



La nave ha già lasciato il porto
e dalla riva sembra un punto lontano
qualcuno anche questa sera
torna deluso a casa piano piano.



Le donne di Genova portano gonne strette
le donne di Genova non ridono per niente
le donne di Genova pensano sia normale
mettersi a letto e leggere il giornale



Supereroi contro le forze del male
senza di noi non ci sarà più futuro



Genova mia cara non ti preoccupare
tra le mille cose che ho da fare
sono sicuro che un giorno
troverò il tempo per tornare



Ma se ghe penso alôa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti, a ciassa da Nonçiâ,
riveddo o Righi e me s’astrenze o cheu,
veddo a lanterna, a cava, lazù o Meu…



 

Passo per questo caruggio tanto buio
la luna a mezzanotte non lo illumina



La voce del centro spirava dai suoi vicoli
la nave nel porto sembrava aspettare me
In questa città senza posto neanche per piangere
gli amanti stringevano al petto il loro lungo addio
Ritornerai
Ritornerai come sempre a Genova

Genova.
Le persiane son scudi di legno
per donne vissute da sole,
schiaffi di legno duri a spalancare
se in strada tra la folla
non hai un viso da cercare.

 

>

Oh, menomale che c’è il mare, che si porta ogni pensieroo
A mischiarsi con il cielo e non tornare mai piùo
Se cerchi un posto bellissimo, basta che ti metti qui con meo
Senti i pescatori che fischiano, fannoo
E tu canta la-la-lalala e tutto si risolverà in un attimo

 

p>>

Sul museo dedicato a Fabrizio De André e alla scuola genovese dei cantautori
www.viadelcampo29rosso.it